Dal 1922
Sono Emilio Scolari. Prima mio nonno, poi mio zio ed infine io e mio fratello, abbiamo lavorato per quasi 100 anni con il solo scopo di soddisfare esigenze uniche, producendo manufatti artigianali tipici dell'eccellenza Italiana.
Le Origini
Era il primo dopo guerra e nel 1922 nacque, in via Cerva 1 dietro il Duomo di Milano, la pelletteria a conduzione famigliare degli Scolari: il nonno, lo zio e poi Andrea e suo fratello Emilio. Da garzone a nobile Maestro d’Arte, Emilio Scolari fonda, nel 1968 la ditta omonima. Dedicata alla produzione di manufatti di pelletteria. Nel 1968 rileva la pelletteria della famiglia Scolari e la destina alla produzione di bauli d'arredo e da viaggio, valigie campionario, scatole ed astucci; prodotti molto richiesti destinati a divenire icone di design. Emilio Scolari acquisisce così il marchio di famiglia: da questo momento la sua firma diviene il logo ed il marchio impresso su ogni opera a certificare i suoi manufatti unici.
Una Storia Vera
Mi chiamo Fabio Orzieri, vedete il giovane alle spalle del signor Scolari ? All'epoca avevo 19 anni, ed entrai come garzone nella “Maison Scolari”. Negli anni seguenti mi dedicai anima e corpo al mio lavoro ed imparai così un mestiere unico. Nonostante la mia grande passione, decisi dopo alcuni anni di tentare una nuova strada, si trattava tuttavia solo di un "arrivederci". Il mio nuovo percorso professionale mi avrebbe ben presto riportato ad incrociare nuovamente la Maison Emilio Scolari.
Di Padre in Figlio
Per i quindici anni successivi intrapresi la strada imprenditoriale, occupandomi di public relations e advertising, di fornitura di servizi alle società di Piazza Affari, fino ad approdare alla direzione della sezione Finance del settore interinale per il gruppo FIAT. Riuscii inoltre a trovare il tempo per approfondire, alla SDA di Milano, la mia passione: organizzazione aziendale. Grazie al mio amore per la manualità rimasi sempre in contatto con lo Scolari, servendomi a volte del suo laboratorio. Un bel giorno, a 40 anni, con lui prossimo alla pensione, fui richiamato. Mi disse: “Continua, Fabio, quello che ho iniziato…”